COME ARRIVARE

4 gen 2010

Pacific Trash Vortex



Dove va a finire tutta la plastica che non viene riciclata stoccata o in qualche modo smaltita?
Coloro che frequentano le rotte dell'oceano pacifico un idea se la sono fatta.
Forma un enorme accumulo di spazzatura galleggiante (soprattutto plastica),con un estensione non esattamente nota stimata in 700.000 km² fino a più di 15 milioni di km², pari a tre volte la superficie della penisola iberica, ovvero tra lo 0.41% e l'8.1% dell'Oceano Pacifico.
Ci spiega Chris Parry del California Coastal Commission di San Francisco, tornato da un sopralluogo, che questa immensa isola galleggiane è presente fino ad una profondità di circa 30mt e si è formata a partire dagli anni cinquanta, a causa dell'azione della North Pacific Subtropical Gyre, una corrente oceanica dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario, che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro.
L'area è una specie di deserto oceanico, dove la vita è ridotta solo a pochi grandi mammiferi o pesci.
Per la mancanza di vita questa superficie oceanica è pochissimo frequentata da pescherecci e raramente è attraversata anche da altre imbarcazioni e navi. Ed è per questo che è poco nota ai più. Ma proprio a causa di quel vortice la zona si è riempita di plastica al punto da essere considerata una vera e propria isola galleggiante. Il materiale poi, a volte, riesce a divincolarsi dall'abbraccio delle correnti e uscire fuori dal vortice per terminare la propria corsa sulle spiagge sia continentali che insulari del pacifico.
Nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di chilogrammi all'anno di plastica, dei quali, grosso modo, il 10% finisce in mare. Il 70% di questa plastica marina nel tempo poi, affondando finirà sul fondo degli oceani danneggiando ed impregnando la vita dei fondali. Il resto continua a galleggiare e vagare nella North Pacific Subtropical Gyre, facendo capolino ognitanto su qualche costa.
La maggior parte di questa plastica è poco biodegradabile e finisce per sminuzzarsi in particelle piccolissime che poi finiscono nello stomaco di molti animali marini portandoli alla morte ma entrando anche nella catena alimentare dove tutti sappiamo chi c'è al vertice. Quella che rimane si decomporrà solo tra centinaia di anni, provocando da qui ad allora enormi danni alla vita marina.












fonti:wikipedia,repubblica.it.

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