COME ARRIVARE

28 mar 2008

verdesche in adriatico



di William Montanari


Come noi pescatori abbiamo potuto notare, la presenza di squali nei nostri mari è drasticamente diminuita. Qualche anno fa in alto e medio adriatico la loro popolazione era molto massiccia con esemplari sia di notevoli dimensioni che appena nati, tanto che ,calare in acqua una sacca di pastura significava vedersela portare via dai morsi di questi splendidi pesci, ora la loro comparsa è divenuta molto rara salvo esemplari di pochi chili solitamente isolati.
Dato noto,è che questi pesci si nutrono prevalentemente di quegli individui più deboli della catena alimentare: pesci malati, feriti, lenti, calamari e crostacei, evitando cosi' il proliferare di malattie negli stock ittici presenti e permettendo ai migliori di sopravvivere e riprodursi migliorando le generazioni future, dando in questo modo benefici anche all'uomo.
Un esempio potrebbe essere quello di un ecosistema con cibo abbondante e disponibile con una popolazione stabile (cioè bilanciata tra nati e morti ogni anno). In questo ambiente è vincente generare pochi piccoli per volta i quali cresceranno lentamente, si riprodurranno più tardi e vivranno più a lungo. Questa strategia viene adottata da cetacei, tartarughe e molti dei maggiori predatori terrestri, però funziona solo quando non ci siano intrusioni esterne di disturbo sull'ambiente tipo over fishing o inquinamento. Da qui ci si rende conto che non sarà possibile adottare gli stessi sistemi di protezione usati per i pesci ossei, i quali anche se stressati da pesca intensiva sia sportiva che professionale, riescono a rigenerarsi in breve tempo, dato che è sufficiente che sopravvivano poche femmine le quali depositeranno uova in quantità tale da sostenere nuovamente lo stock. Le comunità scientifiche ci fanno notare come per esempio, nel Mar del Nord lo squalo smeriglio (Lamna Nasus) fu quasi sterminato in soli sette anni, che dalle 1800 tonnellate annue del 1961 il pescato passò a 8000 tonnellate del 1964, arrivando al 1968 anno del collasso in cui le catture si ridussero a poche centinaia di esemplari. Tale pesca fu abbandonata, ma ad oggi la popolazione di smeriglio non si è ancora ripresa.
Spesso accade che non si prendano provvedimenti prima che si verifichi il crollo delle popolazioni ittiche e di conseguenza poco efficaci per il ripristino della popolazione ittica.
La rarefazione di questi predatori dalle acque adriatiche, scientificamente riconosciuto come luogo di riproduzione prediletto per verdesche e squali volpe è un ulteriore campanello di allarme sulla condizione degli stock ittici e di salute del Mare Adriatico, per non parlare poi dei vari smerigli, gattucci e gattopardi che popolavano le zone a fondo sporco di questa area con popolazioni estremamente numerose ed ormai ridotti a fantasmi, assieme a bianchi e makò.
A questo punto diventa di fondamentale aiuto il pescatore sportivo, il quale dovrebbe collaborare con il mondo scientifico segnalando eventuali avvistamenti e catture, compilando la scheda di avvistamento presente sul sito http://www.medsharks.org/ in oltre è prioritario liberare sempre esemplari di piccola taglia e soprattutto di sesso femminile qualsiasi dimensione essi abbiano. Una buona etica consiglia sempre il rilascio di ogni animale arrivato sottobordo in buone condizioni. Per questo ci vengono in aiuto gli ami detti CIRCLES,che infliggendosi solamente nella giuntura della mandibola non provocano ferite in profondità al pesce che in caso di rottura del terminale se ne libererà facilmente ed in breve tempo.
Consiglio infine nella pesca mirata l'uso dei manicotti di rame al posto dei nodi che dissolvendosi in brevissimo tempo liberano il pesce da spezzoni di lenza che potrebbero anche impedir loro il nuoto.
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1 commento:

  1. Innanzitutto ti ringrazio per aver lasciato il tuo commento sul mio blog.
    Per me proteggere gli squali ed amarli così come sono è di fondamentale importanza, oltre che gratificante.
    Complimenti per questo post, anche se è stato scritto un po' di tempo fà, è ancora molto attuale.
    Non so se lo sai già, ma Shark Alliance sta portando avanti una petizione per proteggere il 42% delle specie di squalo che, nel Mediterraneo, rischiano l'estinzione.
    Se vuoi puoi firmare cliccando su questo link : http://edesabata.wordpress.com/2008/10/21/proteggete-i-nostri-squali/

    In ogni caso, sul mio blog puoi trovare maggiori informazioni in alcuni post.
    Ciao

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